Cronaca di Redazione , 24/02/2021 8:54

Acquisto vaccini Veneto, intermediari non rispondono

Cronaca

Si sono 'raffreddate', dopo l'apertura delle inchieste delle Procure di Perugia e di Roma, le piste che il Veneto stava battendo per verificare la disponibilità di vaccini anti-Covid sul mercato.

I due intermediari con i quali la Regione ha interloquito, una società inglese, ed una italiana - ha spiegato ieri il dg della sanità, Luciano Flor - non hanno più dato le risposte chiarificatrici che l'ente di Palazzo Balbi si aspettava.

Prima di essere autorizzate da Aifa e dal Ministero all'acquisto di dosi extra accordi Ue la Regione dovrebbe fornire il numero di lotti delle fiale. E questo numero, ha chiarito Flor, "lo fornisce il produttore del vaccino, non gli intermediari. Io volevo avere la certezza di avere come interlocutore il produttore. L'ipotesi che ci hanno indicato è che il vaccino Pfizer si trovi in una sede dell'industria in Germania".

All'inizio, ha ricostruito il manager, sono state 8 le strutture che hanno avanzato offerte di vaccini al Veneto. La Regione ha chiesto a tutti i quantitativi, i costi, l'assicurazione che fossero fiale autorizzate dall'Ema. Solo due di questi 8 hanno risposto: "una società inglese e una italiana. Abbiamo chiesto il numero di lotto per la pratica di autorizzazione Aifa. La ditta inglese non ci ha ancora risposto - ha detto Flor - quella italiana ha detto che in questo momento non è in grado di garantire la fornitura, e che dialogherà quando noi avremo l'autorizzazione ministeriale necessaria".

Insomma il Veneto attende aggiornamenti, ma "la partita dei vaccini non è chiusa" ha assicurato il governatore Luca Zaia. Probabile che lo 'stallo' sia conseguenza dei riflettori accesi su questo mercato parallelo dalla Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, e da quella di Roma.

In Umbria prosegue l'analisi delle carte fatte acquisire dal Nas in Veneto, proprio a Luciano Flor: "Sì, sono stato torchiato - ha detto, parlando delle 4 ore passate a colloquio con i Carabinieri - ma non ho niente da nascondere, se le indagini faranno chiarezza io non ho niente da temere". In Umbria l'ipotesi perseguita è tentata truffa. L'unico indagato per ora è un sedicente procacciatore, italiano, che aveva proposto a Perugia una partita di AstraZeneca prima ancora che il vaccino fosse approvato dall'Ema. L'ufficio giudiziario di Roma procede invece per il reato di ricettazione alla luce di un esposto depositato dal commissario straordinario Domenico Arcuri. Ieri si è appreso che c'è anche una proposta giunta dall'estero per la fornitura di vaccini tra quelle al vaglio del procuratore aggiunto Nunzia D'Eliade. Il procedimento ipotizza la ricettazione. Presunti intermediari avrebbero inviato mail alla struttura commissariale per proporre l'acquisto del siero nel mercato parallelo. I magistrati di piazzale Clodio hanno delegato le indagini al Nas e alla Guardia di Finanza.