Attualità di Redazione , 23/01/2021 9:30

Ristoranti come mense aziendali a Verona

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Gli esercizi della ristorazione possono effettuare servizio mensa aziendale per il pranzo dei dipendenti. Sono necessari alcuni parametri come la stipula di contratti tra gli esercizi e le aziende, i nominativi esatti dei lavoratori e il possesso dei requisiti tecnici e amministrativi. Una opportunità per i ristoratori della zona arancione, che ad oggi possono effettuare solo il delivery e l'asporto, ma anche per le aziende che non hanno servizio mensa o che non riescono ad adottare tutti i protocolli anti Covid previsti per legge.

L'ipotesi è stata esaminata giovedì, durante il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dal sindaco Federico Sboarina e dal Prefetto Donato Cafagna sulla scorta di quanto effettuato già da altre Prefetture.

Venerdì mattina il primo cittadino, insieme all’assessore al Commercio Nicolò Zavarise e al consigliere comunale Leonardo Ferrari, ristoratore scaligero, hanno riferito questa novità, che ovviamente prevede sempre il rispetto di tutte le norme antiCovid fra cui il distanziamento, l'uso delle mascherine e il contingentamento delle presenze.

“Potrebbe essere un’opportunità per gli esercizi della ristorazione che, a causa delle limitazioni per ridurre i contagi, sono in fortissima sofferenza – ha detto Sboarina -. Insieme al Prefetto abbiamo valutato l'eventualità del servizio mensa aziendale per consentire agli esercenti in possesso dei requisiti necessari di lavorare, rispettando sempre protocolli e misure anti Covid, come hanno sempre fatto quando è stato loro concesso”.

“Per attivare il servizio – ha detto Zavarise -, bisognerà rispettare sia requisiti tecnici che amministrativi, oltre alla stipula di una convenzione, l’elenco dei dipendenti che usufruirà della ‘mensa’. Non è un servizio aperto a tutti, ma mirato a garantire il pasto dei lavoratori. Potrebbe essere un’opportunità in un momento non facile”.

“Il delivery non ha dato gli effetti sperati, ogni esercizio ha numerose spese da sostenere – ha concluso Ferrari -. Ecco perché questo tipo di iniziativa ci fa ben sperare, porterebbe una luce in fondo al tunnel. Ovviamente nel rispetto di tutte le regole e dei protocolli, come abbiamo sempre fatto. Un modo per dimostrare che come categoria non siamo degli untori, i contagi non avvengono all’interno dei nostri locali”.