Cronaca di Redazione , 20/01/2021 18:40

Segala contro studio internazionale su smog

Cronaca

"In merito allo studio dell'Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero, pubblicato su The Lancet Planetary Health, il dato sull’inquinamento relativo a Verona (25,9 µg/m3 di Pm 2,5) non risulta conforme a quello rilasciato da Arpav, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale". Lo scrive l'assessore Segala in una nota.

"Dalla Relazione regionale sulla qualità dell’Aria di Arpav - continua Segala - nel 2019 il livello di pm 2,5 a Verona è stato di 19 µg/m3, concentrazione media calcolata sui 356 campioni rilevati nell’arco dell’anno al Giarol, la centralina di riferimento per la nostra città. L’inquinamento da Pm 2,5 a Verona negli ultimi anni è calato costantemente. Nel 2015 la concentrazione media annua era di 26 µg/m3 (la centralina di riferimento era ancora al Cason), nel 2016 di 22 µg/m3, nel 2017 di 23 µg/m3, nel 2018 di 21 µg/m3".

“Gli studi e le classifiche sono importanti ma in questo caso danno una fotografia che genera un allarme ingiustificato – spiega infine l’assessore all'ambiente -. I dati utilizzati non sono attuali, si basano su rilevamenti vecchi che non corrispondono alla realtà e pertanto sfalsano il risultato dell'algoritmo. Quella concetrazione di Pm 2,5 a Verona risale al 2015, e da allora sono in continuo e netto calo. Certo, molto resta ancora da fare ma molto si sta facendo prr migliorare la qualità dell'aria e la riduzione ne è la dimostrazione. Negli ultimi anni, grazie anche all’Accordo di Bacino Padano e al tavolo congiunto con le altre città, sono stati fatti numerosi passi in avanti. Condividiamo l'obiettivo della ricerca dell’Università di Utrecht, ossia sottolineare l'importanza di adottare dei valori limite sempre più bassi per ridurre la mortalità da inquinamento, ma per dimostrarlo non servono le esagerazioni”.