Attualità di Redazione , 16/01/2021 10:35

"Ridateci la scuola" la protesta a S. Giovanni

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Si è svolta a San Giovanni Lupatoto ieri la manifestazione organizzata dal movimento di opinione "Ridateci la scuola". Circa sessanta persone tra genitori, studenti e insegnanti hanno aderito per dire basta alla didattica a distanza e al perdurare della chiusura delle scuole superiori (in Veneto fino al 31 gennaio con l'Ordinanza di Zaia).

"Gli studenti sono stanchi di stare davanti al monitor di un computer e disillusi dai continui rinvii sulla riapertura. I miei compagni di classe mi dicono che mollano tutto e che non vogliono più andare a scuola” dice Arianna Elisa Mosconi, studentessa al primo anno del liceo Messedaglia.

"La DAD, pensata per consentire la prosecuzione della scuola in una fase di lockdown totale all’inizio della pandemia, deve rimanere uno strumento residuale ed emergenziale, non vi è un giudizio negativo pregiudiziale assoluto” aggiunge Mirka Maggio, insegnante in un istituto superiore “ma non potrà mai sostituire la scuola in presenza fatta di relazioni, attività pratiche, progetti e apprendimenti verificati in presenza”.

A queste affermazioni, fa eco tra i genitori Federica Magnaterra che aggiunge “la scuola è la realtà più importante per i ragazzi: luogo di crescita culturale, personale e civica”.

Da giugno dello scorso anno, "Ridateci la scuola" chiede un piano programmatico e operativo per tutelare la scuola anche attraverso l’adeguamento efficiente dei trasporti che ancora oggi rappresenta uno dei nodi da sciogliere.

Le proposte avanzate sono molteplici perché “tra l’avere una scuola al 100% in presenza e avere solo DAD, esistono molte sfumature che possono avere grandi benefici per gli studenti e che vanno perseguite nel loro interesse” commenta Rosita, mamma di tre ragazzi di cui uno in prima liceo.

La situazione dei ragazzi è molto difficile. L’indagine pubblicata da Save the Children lo dice, lo dicono le dichiarazioni di numerosi psicologi e medici che registrano un aumento dei tentati suicidi e in generale dei disagi psichici. Lo dice soprattutto ancora la voce di Arianna: “Fa stare male sentire i miei amici che non vogliono più uscire di casa” e conclude chiedendo che “si faccia presto qualcosa per i trasporti perché la scuola è sicura”.