Economia di Redazione , 01/01/2021 11:40

"Agroalimentare messo in ginocchio dal 2020"

Paolo Ferrarese

“Tutta la filiera agroalimentare ha riportato danni ingenti a seguito del primo lockdown, dagli agriturismi che hanno perso l’80 per cento del fatturato al crollo dei prezzi del latte e della carne – sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona -. Le nuove restrizioni imposte da ottobre hanno aggravato la situazione per alcuni comparti, compreso quello florovivaistico, che hanno perduto gran parte degli incassi legati al periodo natalizio. L’emergenza Covid-19 ha mandato in crisi anche il comparto zootecnico con un calo generalizzato della domanda, in particolare per quanto riguarda carne suina e bovina e latte fresco. Il latte viene pagato ai produttori dai 34 ai 35 centesimi al litro, a fronte di costi di produzione superiori ai 40 centesimi. Un tracollo dovuto alla minor esportazione di formaggi dop, che si assomma ad altre dinamiche ormai strutturali nel nostro Paese. Solo l’avicolo è riuscito a mantenere una buona redditività. In generale la pandemia ha visto troppe speculazioni suoi prezzi, che hanno danneggiato un po’ tutti: l’agricoltura rimane l’anello debole di ogni filiera agroalimentare, non potendo intervenire mai sulla formazione dei prezzi”.

La botta della pandemia è stata accusata anche dal comparto vitivinicolo, che ha subito anche le conseguenze di un meteo sfavorevole con frequenti piogge durante la raccolta e anche grandine a macchia di leopardo. “Il vino delle doc e docg veronesi rimane il prodotto trainante per l’economia agraria veronese, ma le restrizioni imposte anche dall’ultimo Dpcm hanno causato una frenata nelle vendite, perché l’Horeca è uno dei più importanti canali distributivi, soprattutto per la fascia medio-alta vitivinicola. Una tegola che, soprattutto nel periodo natalizio, non ci voleva. Si sperava infatti di recuperare dato che nei primi mesi del 2020 sono mancati quattro mesi di fatturato a causa del lockdown, che hanno prodotto sui bilanci delle aziende un danno notevole”.

Qualche buona notizia arriva dal settore frutticolo, dove la cimice asiatica ha ridotto gli attacchi colpendo meno e solo a stagione inoltrata. “Le pesche e le nettarine hanno portato a casa un prezzo molto soddisfacente e anche le fragole e i piccoli frutti sono andati discretamente. Continua, invece, la moria del kiwi a causa della Psa, il cancro batterico dell’actinidia, per la quale non è stata trovata una cura risolutiva. Per le orticole buona stagione, così come per il tabacco e i seminativi: bene la produzione di frumento, mais, soia e riso anche grazie a un meteo favorevole. Per l’olio, dopo la batosta del 2019, un’annata con una discreta produzione, che torna a far sorridere le due dop della provincia”.

Per il 2021 Confagricoltura auspica che si esca dall’emergenza, dando il via a una ripresa che restituisca certezze e solidità alle aziende agricole. “Ci attendiamo il sostegno necessario dalle istituzioni affinché si dia modo alle imprese di poter ripartire con fiducia non appena le condizioni lo permetteranno. È necessario uno sforzo comune per far ripartire, proprio con l’agroalimentare, la nostra economia, in modo da far crescere l’occupazione e assicurare una giusta remunerazione per gli agricoltori che operano sul territorio”.