Economia di Redazione , 14/11/2020 11:02

Segnali di risalita per l'economia veronese

Michele Bauli

Segnali di risalita per l’economia veronese nel terzo trimestre 2020, si attenua infatti il gap negativo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

La variazione della produzione industriale infatti segna -4,32% riducendosi ad un quarto rispetto al dato registrato nel secondo trimestre (-15,4%) e migliorando le previsioni che si erano fermate al -7,7%.

Le prospettive per il quarto trimestre prevedono un’ulteriore attenuazione della caduta al -3,74%. Migliora anche l’utilizzo della capacità produttiva che per più della metà (55%) degli intervistati è normale o soddisfacente. Rispetto al trimestre precedente si sollevano le vendite, sia verso il mercato interno (-2,6%) che esterno (vendite europee -2,5% ed extra-UE -6,7%) che seppur negative dimostrano che i mercati dopo le chiusure dei mesi primaverili si stanno muovendo. Gli ordini seppur in flessione (- 4,8%) migliorano sensibilmente rispetto al dato dello scorso trimestre (-13,8%) e assicurano comunque a una buona parte delle aziende (71%) prospettive di lavoro a medio e lungo termine.

Positiva la situazione per i pagamenti, con solo il 31% delle aziende che rileva un ritardo negli stessi (54% nel secondo trimestre). In aumento il numero di aziende che dichiara una liquidità buona e normale (83%). Scende al 56% il numero di imprese di servizi che nel terzo trimestre del 2020 rileva una diminuzione del fatturato.

Il commento di Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona:

“Ancora un trimestre con il segno meno per la nostra economia. I dati tuttavia mostrano una flessione ben più contenuta rispetto ai numeri di giugno, segno che i mesi estivi hanno portato a un rimbalzo della produzione. Un rimbalzo che tuttavia appare evidente non sia stato sufficiente per recuperare le perdite accumulate soprattutto in alcuni settori.

Ricordo infatti che ci sono settori che faranno i conti a fine anno con cali del fatturato importanti con aziende che hanno visto i propri ricavi ridursi anche dell’80%. Penso al turismo, al congressuale e agli eventi. Ma anche al sistema moda, ai trasporti di persone o ai fornitori dell’Horeca, per citare solo quelli che sono stati colpiti più duramente da questa emergenza.

C’è inoltre un clima di incertezza che caratterizza tutti i settori. Un terzo delle aziende intervistate, infatti, si aspetta una nuova battuta d’arresto dell’economia per fine anno. In questa situazione di attesa le imprese puntano più sull’ottimizzazione delle risorse interne, anche per una maggiore flessibilità e reattività ai cambiamenti repentini del contesto, (47% delle imprese intervistate), che su investimenti e creazione di nuovi prodotti (23% delle aziende intervistate).

Più della metà degli imprenditori che hanno partecipato all’indagine si aspettano una ripresa nel 2021.

Speriamo che le buone notizie che stanno arrivando in questi giorni dal fronte della ricerca possano da un lato ridare fiducia a tutto il paese e dall’altro aiutarci a sconfiggere un male che ci ha colpito in quegli aspetti della vita più intimi ed umani”.