Cronaca di Redazione , 24/10/2020 11:10

Bande e truffe online, coppia veneta coinvolta

La Polizia Postale di Ancona e il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, hanno sgominato un sodalizio criminale dedito allei truffe ad aziende italiane del centro/nord. Tali aziende, operanti in vari settori merceologici, venivano attirate dalla possibilità, poi risultata falsa, di concludere lucrosi affari con industrie americane.

Denunciati 4 italiani, tra cui una coppia di veneti e due residenti all’estero, responsabili di una movimentazione fraudolenta di denaro per centinaia di migliaia di euro e di dollari che poi venivano trasferiti su conti svizzeri e statunitensi. Oltre 80 aziende truffate in sei mesi con importi sottratti fino a mezzo milione di euro. L’indagine è scaturita dalla denuncia di un amministratore delegato di un’azienda marchigiana, il quale veniva contattato da fantomatici collaboratori di una società statunitense alla ricerca di un fornitore europeo per conto di varie ditte americane che manifestavano interesse per i prodotti offerti dall’azienda per i quali richiedevano i cataloghi. La ditta pertanto veniva scelta come fornitrice e da lì nasceva l’esigenza di organizzare un viaggio per un incontro di lavoro presso la sede della società americana.

A seguito di contatti con sedicenti dipendenti della società committente, l’imprenditore pagava così il costo di un pacchetto per viaggio e soggiorno negli Usa. Successivamente il viaggio veniva posticipato più volte con varie motivazioni fino a quando l’imprenditore capiva di essere stato raggirato. Al centro dell’attività una coppia di coniugi veneti, ma gli accertamenti condotti sui conti correnti esteri sui quali confluivano le somme di denaro provenienti dalle truffe, hanno evidenziato la transnazionalità del sodalizio criminoso e il coinvolgimento di altri due soggetti italiani, residenti all’estero.

Il costo del viaggio era proporzionale al numero di persone che dall’Italia sarebbe partito per siglare gli accordi commerciali con la società americana. Gli importi, che variavano dai 3.000 ai 13.000 euro a seconda dei partecipanti, venivano bonificati su vari conti aperti presso alcuni istituti di credito statunitensi. I proventi confluivano su conti correnti statunitensi appartenenti a società fittizie nella disponibilità di uno dei malfattori, il quale si occupava di trasferire i soldi sui suoi conti svizzeri, per poi trasferirli sul conto del quarto sodale. Quest’ultimo inoltre era deputato alla gestione e all’utilizzo di varie utenze telefoniche attivate, sulla base di identità illecitamente carpite o fittizie, per i successivi contatti con le aziende.