Cronaca di Redazione , 21/10/2020 18:00

Nessun coprifuoco Covid in Veneto

In Veneto no al coprifuoco Covid

Nessun coprifuoco Covid per ora in Veneto, anche se la nuova fiammata - 1.422 positivi in un giorno, seppur con un fuori busta di 500 casi 'vecchi' su Venezia - fa alzare il livello di allarme. Il target per la Regione resta il livello di occupazione delle terapie intensive, ancora basso (66 pazienti). Mentre in altre regioni scattano 'zone rosse' e chiusure, Luca Zaia consiglia sangue freddo, e si affida ai 'semafori' - i 5 livelli di allerta - del piano di sanità pubblica nuovo di zecca. "In questo momento il tema del lockdown assolutamente non c'è - dice il governatore - non lo prendiamo in considerazione". Lo spiega davanti al Consiglio regionale, illustrando il programma della sua nuova maggioranza.

"Oggi - aggiunge - abbiamo 66 pazienti in terapia intensiva. Guardiamo con attenzione questa evoluzione. I modelli matematici ci dicono che la curva è entrata in fase di crescita. Il nostro ruolo è fare in modo che si impenni con gradualità e che si alzi il meno possibile". La bussola è il nuovo piano ospedaliero: in base all'occupazione delle intensive da pazienti Covid, tra 0 e 50 scatta la prima fase "verde", da 51 a 150 la seconda fase "azzurra", da 151 a 250 la terza "gialla", da 251 a 400 la quarta "arancione", da 401 in su la quinta "rossa".

Ognuna con un'escalation nell'organizzazione sanitaria, che nella fase 'rossa' porta alla sospensione completa di ogni attività ordinaria degli hub. Con 66 malati Covid nelle terapie intensive il Veneto è ora nella fase 2 (azzurra). La riapertura dei Covid center avverrà - ha spiegato Zaia - quando si supererà la soglia dei 150, e si entrerà nel 'livello 3': "da li' - ha chiarito il governatore - scatta la riapertura dei 10 ospedali Covid center, che sarà graduale, non immediata". Intanto va in archivio il bollettino più nero di sempre: +1.422 casi in un giorno, un dato doppio ai peggiori della prima ondata, che porta a 36.843 gli infetti da inizio epidemia. C'è però anche una ragione contabile: l'impennata è sostenuta soprattutto da Venezia (+504), che per un aggiornamento del sistema informatico ha inserito in un sol colpo i dati delle microbiologie degli ultimi 6 giorni (dal 15 ottobre). Non è dovuto a nuovi cluster. Resta alta l'attenzione per i focolai esplosi nel bellunese, che non hanno risparmiato Cortina d'Ampezzo. I dati sono però in discesa: i positivi nella Regina delle Dolomiti sono passati da 135 a 132 casi (-3). Il sindaco Gianpietro Ghedina sottolinea che i due principali focolai, una Rsa e la società "Sportivi Ghiaccio", che incidono per l'80% del totale "pare stiano rientrando".