Cronaca di Redazione , 21/10/2020 15:10

Guerra-Crisanti, botta e risposta sui tamponi

Ranieri Guerra

"Non è con l'intensificazione dei tamponi che si risolve il problema. Credo che bisogna distinguere con chiarezza quale è la diagnostica per una diagnosi di patologia esistente e quale quella da utilizzare per uno screening".

Lo ha detto, intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai Tre, Ranieri Guerra, vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) in merito alla questionel testing e tracciamento rispondendo a una domanda sul piano Crisanti che prevede di effettuare 300mila tamponi al giorno.

Il nodo, come spiegato da Guerra nel corso dell'intervista, è anche quello di potenziare il territorio e coinvolgere maggiormente la medicina generale e la pediatria di libera scelta nella procedura del tracciamento dei contatti.

LA RISPOSTA

"Intensificare i tamponi funziona, seguendo il modello di diverse nazioni dove proprio questo ha funzionato" ha detto a Buongiorno, su Sky TG24, Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, commentando le parole del direttore generale aggiunto dell'Oms, Ranieri Guerra. "Bisogna chiedere a Ranieri Guerra - ha detto Crisanti nell'intervista - che soluzione ha lui per bloccare la trasmissione. Ci sono esempi estremamente virtuosi che hanno dimostrato che l'intensificazione dei tamponi funziona, come la Corea del Sud, il Giappone, Taiwan e anche l'Australia e la Nuova Zelanda, non volendo includere la Cina. In queste nazioni ha funzionato", ha precisato Crisanti.

"Il dottor Guerra - ha aggiunto - è anche la persona che all'inizio dell'epidemia ha detto che gli asintomatici non esistevano. Le persone dovrebbero un attimo riflettere prima di parlare".

Parlando dei test, il microbiologo ha aggiunto: "I tamponi rapidi hanno dei grossi problemi e a mio avviso non dovrebbero essere usati in azioni né di sorveglianza né di prevenzione. Purtroppo hanno una sensibilità che è intorno al 70%, perché su dieci positivi ne mancano tre".