Attualità di Redazione , 17/06/2019 15:15

Vinitaly allarga mappa vino italiano in Cina

Giovanni Mantovani

Si allarga la mappa del vino italiano in Cina, grazie ad un lavoro di squadra tra Vinitaly e ICE che hanno dato vita alla seconda edizione del roadshow b2b in Cina, organizzato da Veronafiere, in collaborazione con il partner cinese Pacco Communication Group e con il supporto della rete ICE in Cina tramite l’iniziativa “I Love ITAlian Wines”.

L’edizione 2019, a cui prendono parte come espositori 55 aziende e importatori vinicoli di 12 province cinesi (elenco in allegato), coinvolge una città in più rispetto allo scorso anno e tocca nell’ordine Pechino (17 giugno), Zhengzhou (19 giugno), Xi’an (20 giugno) e Guangzhou (22 giugno).

Per ogni tappa è stata realizzata una capillare attività di promozione offline e online dalla sede di Veronafiere a Shanghai; lavoro rivolto agli operatori professionali del vino delle principali aree metropolitane a un’ora di treno veloce dalle sedi degli eventi: Tianjin, Dalian, Jinan, Shengyang per Pechino; Shijiazhuang, Jinan e Taiyuan per Zhengzhou; Lanzhou, Chengdu, Yichang e Wuhan per Xi’an; Changsha, Shenzhen, Guangxi, Foshan, Zhongshan e Dongguan per Guangzhou.

In ottica di marketing territoriale, inoltre, nel corso degli appuntamenti del roadshow vengono proiettati dei video girati dalla Fondazione Arena di Verona e da Enit-Agenzia nazionale del turismo.

“Il vino del Balpaese ha bisogno di incrementare la propria posizione in un mercato della domanda strategico per il futuro, cresciuto del 106% negli ultimi cinque anni e che ha raggiunto lo scorso anno il valore record di 2,4 miliardi di euro, posizionando la Cina al quarto posto tra i paesi top buyer mondiali, a ridosso dei mercati consolidati degli USA, Germania e Regno Unito. In questo contesto, Vinitaly è il brand forte del vino italiano in Cina, un marchio riconosciuto su cui stiamo costruendo Wine To Asia, nuovo salone internazionale del vino, la cui prima edizione è in programma nel 2020 a Shenzhen. L’obiettivo è quello di essere un riferimento permanente per il Far east, mercato che vale complessivamente 6,4 miliardi di euro, prossimo ad eguagliare quello del Nord America, e dove Vinitaly si candida a bandiera del made in Italy nell’Asia orientale, frutto di oltre vent’anni di lavoro e iniziative”, sottolinea Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere.

“Il vino è un settore trainante per il nostro agroalimentare in Cina in quanto rappresenta un terzo del totale delle esportazioni in questo settore – commenta l’Ambasciatore d’Italia a Pechino Ettore Sequi – Ci sono ovviamente ampi margini di crescita e per cogliere tali opportunità dobbiamo puntare su quelle che sono due parole chiave in questa fase in Cina: qualità e innovazione”.

“Voglio inoltre ricordare quanto ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Centinaio in occasione della sua recente missione in Cina e cioè che attraverso il vino promuoviamo non solo uno dei prodotti simbolo dell’Italia, ma anche i territori e le località dell’enogastronomia. Ciò ci consente di incrementare i flussi turistici verso il nostro Paese anche nella prospettiva dei prossimi importantissimi appuntamenti previsti nel 2020 e cioè il cinquantenario delle relazioni diplomatiche bilaterali e l’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina”, aggiunge l’Ambasciatore Sequi.