Spettacoli di Redazione , 25/05/2019 17:51

Marco Mengoni in Arena il primo round

Marco Mengoni

Apre con la voce e le parole di Cassius Clay “I’ll show you how great I am” (Vi mostrerò quanto sono grande), quanto “siamo tutti Muhammad Ali”, canta, quanto “si vince e si perde in un attimo”. Marco Mengoni sbarca in Arena (e mai come stavolta si può dire parlando di un Tour sul tema del viaggio) per i suoi tre live da sold out, con la grinta di un pugile, un abito bianco che prima della fine diventa nero, dopo aver attraversato mondi lontani, sorvolato il Sud America e Cuba e le varie fasi di 10 anni tondi tondi di carriera.

L’Arena esplode (GUARDA IL SERVIZIO TG), non solo per l’entusiasmo dei fan, anche perché è stato venduto tutto, fino all’ultimo biglietto dei settori più laterali della gradinata.

I più lontani sono quelli che hanno più fiato per urlare “Sei bellissimo”, i più vicini tentano di riprendere con il telefonino uno show spettacolare. Lui cerca di accontentarli, si muove su tutto il palco, balla e invita a ballare, canta come sempre benissimo, e (ma anche questo a onor del vero gli succede spesso) si commuove, tira su con il naso dopo un applauso un po’ più lungo alla fine di “Proteggiti da me”, un brano sulla gelosia e gli amori traditi.

Poi c’è la parte che vorrebbe essere più impegnata, con un monologo sull’ambiente da rispettare e l’inquinamento da contrastare, sulla gentilezza da usare con tutti, perché “ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente”. E la parte in cui libera il ritmo fado e le sonorità sudamericane, che scopre un Mengoni molto lontano da quello del “Guerriero”, “Credimi ancora” e “L’essenziale” che si sente in radio e vince San Remo.

Canta per due ore, saluta con "Hola" e se ne va dopo qualche bis. Pubblico steso, quasi al ko, ma è solo il primo round.